giovedì 15 gennaio 2015

Nicotera.Incidente domestico in casa. L'ambulanza arriva dopo un'ora.



Nicotera. Disagi sul fronte del primo soccorso. Nella mattinata di ieri, infatti, la sig.ra F.M., residente in via Foschea, rimaneva ferita seriamente in un incidente domestico. Chiaramente è stato allertato subito il 118. Ebbene, è arrivato dopo circa un’ora a causa di una serie di disguidi. Pare che una prima ambulanza sia partita da Tropea ed abbia forato una gomma, rendendo necessario l’intervento di un altro mezzo di primo soccorso, stavolta da Vibo Valentia. E’ quanto emerge dal colloquio con uno dei familiari. Ma non è tanto il fatterello che importa, considerato che nella migliore delle ipotesi, da Tropea o da Vibo che sia, il tempo necessario non può essere oggettivamente inferiore ai trenta o quaranta minuti, considerata anche la condizione pietosa del manto stradale. Per inciso, tutto ciò mentre la partitocrazia rediviva si contende i brandelli di una provincia teoricamente in via di abolizione. Ciò che è importante, infatti, è sottolineare che il comprensorio, Nicotera-Limbadi-Joppolo nello specifico, è totalmente sprovvisto di un punto di primo soccorso. Abbandoniamo il saldo alveo dei fatti ed andiamo per un attimo alle ipotesi. Se la signora in questione o altro individuo avesse avuto un problema cardiaco, ischemico, o allergico, a quale santo avrebbe dovuto votarsi? Perché a quel punto la medicina avrebbe dovuto cedere il passo alla fede religiosa. Come facilmente intuibile i fatti e le ipotesi, o meglio le paure, si mescolano con gran facilità, soprattutto quando è in gioco la salute dei cittadini. Chiudendo la segnalazione dell’evento pare che la sig.ra M. abbia subito delle ingessature nel nosocomio vibonese e sarebbe in attesa di ritirarsi nuovamente presso la sua abitazione. Andiamo quindi ai perché. Perché Nicoterà, storicamente al centro di un comprensorio di migliaia di abitanti, non ha un punto di primo soccorso? Perché il suo cadente nosocomio non viene utilizzato proficuamente allo scopo? Perché la rete stradale del comprensorio è mal tenuta, quando non disastrata? Queste, chiaramente, non sono domande che esigono risposte letterarie o parolaie, qui ci vogliono i fatti. Nessuna spending review o ragione di bilancio di sorta può scontrarsi con un parametro oggettivo, ossia la necessità di trattare determinate patologie in tempo utile. Ciò a Nicotera è impedito, ledendo il diritto alla salute costituzionalmente sancito, in una regione come la Calabria che spende per sanità “liradiddio”, senza che i cittadini abbiano un servizio minimamente consono. A Nicotera il 118 è necessario subito, e senza chiacchere.
Francesco Tripaldi

giovedì 8 gennaio 2015

Consiglio comunale del 20 dicembre 2014. Il brogliaccio scomodo e l'assenza di Pino Marasco.

Nicotera. Un brogliaccio scomodo. Durante l’ultimo consiglio comunale tutto, o quasi, centrato su questioni di bilancio, il sindaco ha garbatamente ma duramente redarguito il segretario comunale Vincenzo Calzone per aver consegnato alle forze dell’ordine il “brogliaccio”, in sostanza il verbale, della penultima assise comunale del 7 dicembre. Quest’ultima aveva avuto ad oggetto i recenti fatti di cronaca criminale avvenuti a Nicotera, ed i  particolare la rapina subita dai fratelli Battaglia e gli atti di vandalismo contro l’ITIS. Il sindaco, nel consiglio tecnico del 20 dicembre, ha dichiarato che non aveva potuto esimersi in quella sede, in qualità di amministratore, «dal raccogliere il grido di dolore della città», che si leverebbe alto in ragione dell’impunità di tali atti, con riferimento a diversi altri eventi. In quel famoso consiglio, come da atti sull’albo pretorio, si parlò si «assuefazione» a simili eventi da parte della città, asseritamente in «disarmo». E’ stata, altresì,  denunciata la «naturalezza, semplicità» di tali atti criminosi, adoperando a corredo della riflessione una citazione tratta dalle Storie dello storico romano Tito Livio: «mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata». Questi solo alcuni dei punti caldi della denuncia dell’amministrazione. Comunque sia, nel consiglio di sabato venti, il sindaco ha, stranamente, da un lato rimarcato come «non si sia rivolto ad un soggetto istituzionale ben definito», nell’operare quelle dure critiche citate, ma nel contempo ha citato copiosa giurisprudenza definita «consolidata», la quale destituirebbe di ogni valore giuridico, soprattutto in sede penale, il brogliaccio. Brogliaccio, che alla luce di altrettante sentenze, il segretario a detta del primo cittadino  non avrebbe dovuto consegnare alle forze dell’ordine, in ragione del fatto che «solo un ordine della magistratura» avrebbe potuto imporlo. Pertanto, quanto richiesto dalle forze dell’ordine non sarebbe stato legittimo, ma non è tanto questo che importa. Ciò che è da annotare è, per l’appunto, il bisogno di spiegare che nel consiglio del 7 dicembre non ci sarebbe stato riferimento alcuno a «soggetti istituzionali definiti», tradotto i carabinieri, e nel contempo addurre sentenze a sostegno del fatto che il brogliaccio del consiglio non avrebbe forza incriminante. I maligni potrebbero pensare a “politichese” puro, famoso idioma italico. L’ultima questione da sottolineare è l’assenza, che non può passare sottotraccia, dell’assessore al bilancio Pino Marasco. Assenza che sembrerebbe, almeno nell’imminenza del consiglio, non giustificata. Atteso che l’oggetto del medesimo, convocato in seduta straordinaria e non aperta al pubblico, era appunto il bilancio, qualche chiarimento sul punto sarebbe opportuno, qualora ovviamente il primo cittadino dovesse superare il periodo di “sospensione”. Ciò sulla scorta del fatto che l’approvazione del bilancio è forse l’atto politicamente più impegnativo di un consiglio, in termini di fiducia e responsabilità.
Francesco Tripaldi