Nicotera.
Le elezioni regionali rappresentano un ideale spartiacque per la politica
calabrese, e di conseguenza per quella nicoterese. Come la divinità a due facce
di Giano bifronte, il futuro e il passato, ciò che sembra e ciò che è in
realtà, palazzo Convento si disvela agli osservatori come non mai. Ed in
maniera forse inaspettata. Il voto consegna una maggioranza divisa e di conseguenza
più debole, almeno in apparenza. Da un lato l’assessore Federico Polito ha
sostenuto il suo riferimento dichiarato Nazzareno Salerno, forse con risultati
non del tutto soddisfacenti. Giuseppe Marasco ha marciato altrettanto dichiaratamente
e polemicamente solo, distaccato dai
suoi con la promessa di “puntualizzazioni” in seno al consiglio. Chi vivrà
vedrà. Il sindaco dal canto suo ha fatto scelte, pare, del tutto autonome. E
ciò è ovviamente più che legittimo, anche se non è quello che importa ai fini
del ragionamento complessivo. Il dato fondamentale che i tre perni più
importanti su cui poggia l’impalcatura amministrativa, numericamente e
politicamente, non sono sembrati coesi e ciò non potrà non essere oggetto di
chiarimenti politici. Su tutto questo il comportamento dell’opposizione sarà
cruciale. Da un lato Enzo Campisi, sostituto in consiglio di Enzo Comerci,
bisognerà vedere quanto sarà allineato
alla posizione del suo citato leader, che notoriamente non apprezza,
eufemisticamente, l’operato di Pagano. Dall’altro Pino Brosio, leader di
Nicotera Mediterranea (nel cui nome riecheggia la Dieta Mediterranea), nonché
socialista doc, sembra avere assunto un ruolo in consiglio più moderato. Alle
regionali quest’ultimo ha sostenuto a chiare lettere il candidato censoriano
Michele Mirabello, in aperta polemica con la sfera regionale e provinciale del
suo stesso partito, nel quale il suo ruolo è in via di definizione e
chiarimento. In sostanza bisognerà vedere qual posizione assumerà Incarnato nei
confronti dei dissidenti. Forse anche scissionisti a questo punto. A tutto ciò
si aggiunga una comunanza di posizioni col PD cittadino di Manuel Reggio, che
se pure assente dal consiglio, potrà e dovrà dire la sua sull’amministrazione
Pagano. Una situazione assolutamente caotica, la cui ricomposizione non sembra
semplicissima. Sullo sfondo il solito refrain della città dalle grandi
potenzialità non sfruttate, ma per dirla con Prodi: il paese è migliore del
palazzo? L’ardua sentenza spetterebbe ai posteri, se qualcuno continuerà a
farne.
Francesco Tripaldi