Nicotera.
La verità. E’ quanto ha chiesto ai dirigenti dell’ASP di Vibo, dinanzi al
prefetto Giovanni Bruno, il comitato pro 118 mercoledì sera. La verità sul
perché un’area di cinque comuni, da Joppolo a San Calogero, sia sprovvista di
un punto di primo soccorso. Sul perché la popolazione debba rassegnarsi ad
attendere quaranta minuti, se va benissimo, per un intervento. Se è razionale,
prima che giusto, che tra Serra e Soriano ci siano tre ambulanze, a distanza di
undici chilometri, metro più, metro meno, quando alla cittadina medmea è negato
anche un laboratorio analisi. Se un infartuato, come un altro paziente in fase
acuta, debba rassegnarsi, con ogni probabilità, a morire, o comunque a sopportare
gravi conseguenze, solo per la sfortuna di essere nato nel posto sbagliato. E, appunto,
perché Nicotera sia il posto sbagliato. Tutte queste domande, retoriche e
veementi, nella loro nitidezza, non sono cadute nel vuoto. Ad abbattere il muro
di valutazioni ragionieristiche di Truscello e Talesa ci ha pensato da un lato
il prefetto Bruno, il quale ha fatto sue queste domande che assillano una
popolazione da decenni. Le ha rimodulate con tutta l’autorità di un alto
rappresentante dello Stato, con la s maiuscola, che non deve e non può
accettare la negazione di un diritto sacrosanto in una vasta area del
territorio provinciale. Dall’altro lato è intervenuto, in maniera determinante,
il consigliere regionale Vincenzo Pasqua, convinto sostenitore dell’iniziativa
del comitato. Di fronte ai numerosi ostacoli posti dai dirigenti citati
all’affermazione di una legittima istanza di migliaia di cittadini, ha posto
una domanda semplice: <<Si vuole trovare risposta ad una esigenza
sostanziale, in attesa che la questione del punto di emergenza nicoterese
approdi in consiglio regionale?>>. Tradotto: se si vuole si può, eccome. Perché
il merito di Pasqua non sta solo nell’aver assunto l’impegno di un intervento legislativo,
obiettivo ultimo, ma anche di preoccuparsi di quello che potrebbe accadere a
malcapitati cittadini nelle more del provvedimento del legislatore regionale. Ma
c’è ancora di più, forse, sul tappeto. E’ apparso evidente praticamente a tutti
che l’attuale dislocazione dei punti di emergenza è assolutamente irrazionale,
poiché frutto, evidentemente, di forzature politiche. E se Nicotera dovesse
avere un riconoscimento “sostanziale”, parafrasando Pasqua, delle sue istanze,
il passo a quello formale sarebbe ancora più breve. Per questo esatto motivo i
rappresentanti del comitato sono ben consci dell’importanza di proseguire nella
raccolta firme, già oltre mille.
Francesco
Tripaldi