Nicotera.
Il comune di Nicotera si gioverà della collaborazione dei Cavalieri del Tempio
dello Spirito Santo. Con la delibera numero 111 del 2014, la giunta Pagano ha
deciso di dare atto di indirizzo al responsabile dell’area amministrativa
affinchè predisponga la convenzione tra l’associazione e l’ente. L’iniziativa è
finalizzata, dichiaratamente, alla divulgazione della cultura cristiana ed ebraica,
nonché alla valorizzazione del quartiere Giudecca. Quest’ultimo, voluto da
Federico II per consentire la presenza ebraica sul territorio al fine di
rivitalizzare l’economia del luogo, è decisamente in condizioni non eccellenti.
Il centro storico cittadino soffre in genere di una scellerata politica
urbanistica, che negli ultimi trent’anni ha favorito la delocalizzazione della
popolazione in quartieri mal costruiti, con abusivismo molto evidente. Ciò
detto, l’amministrazione si propone di operare lavori di riqualificazione del
quartiere Giudecca, che dovrebbe diventare al contempo elemento e punto di divulgazione
della cultura ebraica con un apposito Centro. Cosa c’entrino in tutto questo i
Cavalieri del Tempio dello Spirito Santo si spiegherebbe con la volontà del
loro presidente Antonio Leonardo Montuoro, a sua volta alla guida
dell’Accademia della Dieta Mediterranea di Nicotera, di avviare “un confronto
con la dieta kadosh”, praticata dalla comunità ebraica. Questi i crudi fatti. Sull’opportunità di
rimettere mani al centro storico non ci piove. Ovviamente ci si aspetta di
capire in che cosa consistano i detti lavori di riqualificazione del rione
Giudecca, nonché apprezzarne i criteri di fondo, le direttrici e le ricadute
dirette e mediate sulla città. Che, poi, si affianchi ad essi la Dieta
Mediterranea può rivelarsi una mossa non del tutto sbagliata, anche se questo
dialogo interreligioso ed amministrativo potrebbe sembrare un tantino
azzardato. Comunque la Dieta, è stato detto innumerevoli volte, può
rappresentare certamente una risorsa importante nel territorio, che però di
iniziative economiche significative ad essa connesse non ne ha sino ad ora
prodotte. Checchè se ne dica. Comunque l’
attuale partenariato potrebbe essere un momento per capire il da farsi. Perché,
per fare un esempio, anche la ditta Caffo ha ricevuto la visita di un Rabbino, che
ha verificato che la produzione aziendale fosse compatibile coi dettami kosher.
Ma l’azienda produce eccome. In questa vicenda l’opposizione potrebbe svolgere
un ruolo cruciale. Si spera.
Francesco
Tripaldi
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