giovedì 23 ottobre 2014

La Dieta Mediterranea e la politica. Due sponsor per la politica senza ricadute per cittadini e territorio.



Nicotera. Ad appena due giorni dall’ennesimo convegno sulla Dieta Mediterranea di Nicotera si paventa già la chiusura del centro per l’obesità del nosocomio medmeo. Quest’ultimo è nato, per l’appunto, sulla scia del revival degli studi sul noto regime alimentare quale unica scaturigine concreta sul territorio di fiumi di inchiostro e torrenti di parole. Le simmetrie sono sorprendenti. All’ennesima manifestazione politica sugli studi di Ancel Keys, infatti, è giunta quasi subito la notizia della paventata chiusura del centro. E, mi scuso per la ripetizione, al centro di tutto, c’è sempre l’ospedale, argomento della politica nicoterese da tempo immemore. Che le due vicende si leghino non è del tutto casuale, ma non nel senso di una volontà occulta che reggerebbe i fili di queste disavventure. Piuttosto è del tutto evidente che la possibile apertura del nosocomio è stata il punto attorno al quale due generazioni di dirigenze politiche, con alterne vicende, hanno fatto la propria fortuna. Bisogna ricordare che esso, in parte, ha funzionato e funziona, quale ambulatorio, con tanto di personale infermieristico, inservienti, dirigenti eccetera. Che la politica da un lato vi abbia tratto, non del tutto immeritatamente del resto, una fonte di influenza e giovamento, credo non sia un mistero per nessuno. Dall’altro il corpo sociale ed economico cittadino intanto andava inesorabilmente debilitandosi, fuori da qualsiasi controllo. Trovare, quindi, argomenti ipotetici sui quali fantasticare periodicamente era ed è oro colato per quei pochi brandelli di politica ancora operante sul territorio. La Dieta Mediterranea sta seguendo il medesimo clichet. Se ne parla, ma nessuno ha il potere di imporre alcunché, nel giusto chiaramente, e la Dieta potrebbe essere qualcosa di “giusto” per il territorio. Quello che ne esce è il quadro di una classe politica nicoterese largamente preoccupata a scongiurare la propria estinzione, tramite fini escamotages dialettici, quali per l’appunto iniziative chimeriche, che dovrebbero innestarsi nella mala pianta della retorica delle occasioni perse, della città dal grande passato e via discorrendo. La verità vera, quella dei fatti, è che le dirigenze medmee sono state letteralmente falcidiate negli anni da provvedimenti giudiziari, prefettizi, inchieste di ogni genere e sorta e come nel resto del bel paese non un accenno a schiodarsi da posizioni di influenza, dirette e mediate. E, d’altronde, come riaprire una stagione di buona politica senza buoni politici?
Francesco Tripaldi

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