Limbadi.
Ex scuola media. Sita in Via Giovanni XXIII, il suo mancato completamento è
stato il culmine di una vicenda amministrativa piuttosto complessa, che ha
causato una serie di squilibri urbanistici assai rilevanti nel comune del vibonese.
Abbiamo sentito l’ufficio tecnico per capire lo stato dell’arte. <<L’ex
scuola media -informa il responsabile di area- è praticamente unita alla
palestra. La prima è stata realizzata
negli anni settanta, mentre la seconda negli anni novanta. In ossequio alla
leggi vigenti sono state effettuate delle prove di carotaggio, che hanno
evidenziato la non conformità della struttura all’attuale normativa
antisismica.>> Ciò ha indotto l’ente ad intervenire con il consolidamento
della medesima. A vincere l’appalto è stata la ditta Mesiano Gregorio di
Capistrano, sembra con un forte ribasso. Quest’ultima avrebbe evidenziato delle
incertezze nella realizzazione
dell’opera, sino all’interruzione totale delle operazioni. Il Comune l’ha
chiamata in causa, ottenendo una sentenza positiva, sostanzialmente
ineseguibile a causa del suo fallimento. L’amministrazione comunale, incalzata
dall’urgenza, decise di realizzare una nuova scuola all’interno dell’ex campo
sportivo. Attualmente in quell’area sorge, oltre alla scuola, un anfiteatro.
L’impatto estetico, oltre che la funzionalità dell’area, non è francamente dei
migliori. Per capire qualcosa di più sulla vicenda amministrativa, abbiamo
chiesto lumi al direttore dei lavori e progettista (consolidamento ex scuola
media), Saverio Gallizzi. <<Abbiamo realizzato molti lavori nel comune, come
ad esempio la nuova pavimentazione in piazza Marconi, la piazza di Motta Filocastro
e diversi altri. Tutte opere completate con grande soddisfazione. Con rammarico
abbiamo assistito a questa disavventura >>. Certamente influenzata dalla
legislazione vigente, che consente di operare ribassi eccessivi sul prezzo base
dell’opera. Il pensiero va al preziario regionale delle opere pubbliche, sul
quale in diverse gare di appalto si arriva anche a raggiungere il 50 % del
ribasso. La domanda è: come è possibile, sulla base di un listino che già opera
una media dei lavori svolti sul territorio? Lo spirito della legge, ispirato al
risparmio massimo per l’ente, in realtà lo espone a rischi gravissimi. Infatti,
l’attuale crisi economica può indurre, al di là del caso esposto, un
comportamento delle ditte più avventato, per puro spirito di sopravvivenza. Per
completezza l’appalto all’epoca ammontava a 970 milioni di lire. Nel futuro, a
detta dell’ufficio tecnico comunale, potrebbe esserci la demolizione
dell’edificio, che dovrebbe lasciare spazio ad un’area verde a servizio
dell’università antimafia. La palestra adiacente dovrebbe diventare un
auditorium. Idee assolutamente meritevoli, ma una normativa anelastica ha
contribuito a determinare un evidente assurdo urbanistico e amministrativo. Ciò
perché abbiamo, al centro, due edifici sostanzialmente abbandonati,; un
anfiteatro, le cui potenzialità sono fortemente compromesse dall’attuale scuola
media, che sorge a pochi metri sull’ex campo sportivo; e su tutto campeggia la
vicenda del nuovo campo di calcio, i cui spalti sono stati dichiarati inagibili
appena dopo il collaudo. E questo sarà oggetto di un’altra inchiesta. Il fatto
che il campo sportivo sorgesse proprio nella parte centrale del paese dava
occasione di aggregazione. Inoltre vi era un calcetto adiacente, altrettanto
importante, soprattutto per i ragazzi. Il calcetto attualmente esistente, in
località Monteverde, è chiuso per mafia (proprio così!). Anche qui le norme a
servizio dei cittadini privano i medesimi di servizi sociali essenziali. Chi ha
voglia e tempo per riflettere ha praterie libere. Una coazione nei confronti
degli enti, operate da normative anelastiche e incoerenti coi loro stessi fini,
non può e non deve rappresentare una scusa per la politica. Essa non potrà
eludere una scommessa vitale per la comunità, ossia quella dell’assetto
urbanistico. Una sfida per i nuovi amministratori, che potrebbero provare a
restituire a Limbadi parte della sua bellezza e della sua serenità.
Francesco
Tripaldi