Nicotera. Sono circa le
diciotto di sabato quando la piazzuola davanti alla chiesetta di Badia,
frazione di Nicotera, è invasa dalle avemarie del rosario, che i fedeli recitano in attesa che arrivi il
Vescovo. Mons. Luigi Renzo è in procinto di arrivare per officiare il rito
della nomina del nuovo parroco della comunità, dopo il discusso trasferimento
di Don Bernardino. Si era diffusa, infatti, una voce insistente e velenosa, smentita
dall’interessato, di un dissidio con Don Francesco, parroco di Nicotera, in
ordine alla gestione dell’oratorio Don Staropoli. Comunque stiano le cose il Vescovo è giunto con una puntualità
ragguardevole, accompagnato da alcuni sacerdoti e dal suo cancelliere, presente
per dare lo stigma dell’ufficialità alle solenni dichiarazioni del nuovo
sacerdote Don Cosma Raso, proveniente dalla parrocchia di Dasà. Nella quale ha
preso il suo posto, come detto, Don Bernardino, alla destra del Vescovo durante
tutta la celebrazione. L’arrivo dell’alto prelato è stato annunciato dalla
raccomandazione di sgomberare il passaggio da sedie e passeggini. E’ giunto in
chiesa, con paramenti di colore verde orlati da striature dorate, accompagnato
da due sacerdoti. Il piccolo corteo è stato immediatamente seguito da
chierichetti vestiti con le classiche tuniche bianche e rosse, e da un diacono,
che portavano una croce di legno semplice e austera. Il caldo e l’umidità
eccitavano il vociare dei bimbi combinato al chiacchiericcio degli adulti, visto
di sottecchi da qualche suora abituata a ben altri sacrifici spirituali. Tant’è,
la cerimonia ha inizio con letture del profeta Geremia e del Vangelo, là dove
Cristo rimprovera aspramente Pietro, diffidente dinanzi all’annuncio della
resurrezione. Questo, successivamente, il motivo dominante della predicazione
del Vescovo, il quale precede la disquisizione teologica con l’annuncio della
<<scommessa della nomina di un nuovo parroco per la parrocchia di San
Nicola, della frazione Badia, e di Preitoni, in sostituzione del compianto Don
Mario Miserino, che ci guarda dal cielo.>> Perché Don Cosma Raso andrà ad
occupare anche lo scranno che fu di Miserino, morto tragicamente in un
incidente mentre lavorava con le sue mani alla chiesa di Preitoni. Cosa alla
quale era avvezzo e che lo riempiva di orgoglio, affermano i fedeli. Mentre ha
luogo il rito dell’aspersione della comunità con l’acqua Santa e la
distribuzione dell’incenso, l’impressione generale è quella di qualcosa di
affrettato, veloce. Di una comunità abbandonata all’improvviso. E’ possibile
che il giovane Don Bernardino abbia
varcato la sua linea d’ombra troppo velocemente, anche se è palpabile un
sorriso ed una espressione sollevata sul suo volto. Prima dell’omelia di Don
Cosma, arriva il momento della nomina solenne, con il cancelliere in abito nero
che guadagna il pulpito dove convoca con piglio notarile il nuovo parroco per
il giuramento e la firma. Il Credo si trasforma in un formula giuridica, la
legge di Dio e quella degli uomini si combinano e forse non a caso Mons. Renzo
ha steso su tutto l’ombra di Pietro, nella sua predicazione. L’omelia di Don
Cosma è centrata sulla nuova funzione che assumerà, di custode delle due
comunità a lui affidate, Preitoni e Badia, anzi <<di Angelo custode>>,
con affermazione suggestiva. I suoi occhi sono sorridenti ma sfuggenti, il
temperamento dialogante. A Badia, come chiesto al Vescovo, potrà stare vicino
all’anziana madre residente a Calimera. Questa vicenda rumorosa quindi ha una fine
festosa, con un rinfresco a base di dolci al quale prendono parte le comunità
di Badia, Preitoni e Dasà, a testimoniare l’unità dei fedeli. Qualcuno nota,
però, come dell’Oratorio Don Staropoli non ci sia nessuno, quando Don Francesco
arriva, alla fine della celebrazione, per salutare il vescovo.
Francesco Tripaldi
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