lunedì 8 settembre 2014

Bilancio dell'estate appena trascorsa: mare pulito ma assenza di cultura e intrattenimento.



Nicotera. L’estate sta finendo…E’, oltre alla situazione di questo scorcio di inizio settembre, notoriamente anche il titolo di una famosa canzone che allude all’anno che se ne va. Ma forse, per rimanere in tema  musicale, più che gli scanzonati Righeira fa al caso nostro la PFM, con Impressioni di Settembre: <<Quante gocce di rugiada/ intorno a me/cerco il sole ma non c’è>>. L’indeterminatezza di settembre, con il suo sole meno deciso, l’allegria collettiva che abbandona le spiagge e cessa di tormentare le ugole dei cantanti, lascia spazio alla solitudine e al pensiero. L’estate appena conclusa ha consegnato delle luci autenticamente abbaglianti, come quella del mare, che dopo oltre vent’anni ha deciso “di ridarsi” a quanti lo hanno amato. L’acqua limpida ha restituito al contesto medmeo volti distesi e appagati da mattinate infinite, come non se ne raccontavano quasi più, con la canicola stemperata dai bagni e dalle strade nitide, incorniciate da piante di fichi d’india pungenti quanto variopinte. Se questa meraviglia dovesse ripetersi negli anni a venire, è certo che le estati nicoteresi torneranno a diventare oggetto di narrazioni. Il punto, però, è il se. L’altra questione è che il mare da solo ovviamente non basta. Ci vorrebbe una seria programmazione di eventi, capaci di intrecciare la storia locale, le risorse culturali, con l’appetibilità turistica. Ad esempio rappresentazioni storiche di momenti significativi, come le aggressioni saracene, per fare una citazione tra le tante possibili. Accanto a simili iniziative si potrebbe, e si dovrebbe, dare un respiro maggiore alla biblioteca comunale, attualmente al di fuori del Sistema bibliotecario, tramite la pubblicazione delle opere di Raffaele Corso, insigne etnologo. Opere che giacciono in un armadietto all’entrata della struttura. Oltre a questo non si comprende bene in quale stato sia il Castello Ruffo, che sebbene proprietà privata, potrebbe giocare un ruolo determinante nell’immaginario di quanti conoscono Nicotera. I musei, d’altro canto, versano in una situazione autenticamente disastrosa. L’entusiastica riapertura estiva di una mostra all’interno di palazzo Convento, nelle intenzioni di Sovrintendenza ed Amministrazione una sorta di Museo Archeologico in nuce, si è risolta per ora in una bolla di sapone. Richiuso subito per mancanza di custodi, pare. E che tra le due istituzioni, Comune e Sovrintendenza, i rapporti non siano idilliaci, lo testimonia la vicenda della cosiddetta “barcaccia”, demolita in tutta fretta dopo le esternazioni al vetriolo di Silvana Iannelli. A tutto ciò si aggiunga la festa civile, deprivata dello spettacolo pirotecnico come di serate “pesanti” dal punto di vista turistico. La risorsa della Dieta Mediterranea non è stata poi affiancata da iniziative enogastronomiche di rilievo, ma le responsabilità in questo caso non possono ascriversi solo all’amministrazione, per quanto abbia un potere di impulso non indifferente. Su tutto campeggia il fantasma dell’improvvisazione, figlia di un tessuto sociale, prima che politico, familistico e autoreferenziale. La vicina Limbadi, eccettuata la festa del santo patrono, non ha espresso molto di più. All’interno della medesima, la Sagra del Contadino potrebbe rappresentare una vetrina da sfruttare diversamente negli a venire. Quest’anno è stata invero un po’ mortificata, così come l’offerta culturale e di luoghi di aggregazione. Una biblioteca chiusa, l’unica, non è un bel segnale. L’ottica dovrebbe essere quella di un’offerta turistica integrata tra Limbadi, Nicotera e Joppolo, con politiche comuni. Ma imparare a guardare al di là del campanile è una cosa tutt’altro che semplice.
Francesco Tripaldi

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