giovedì 26 novembre 2015

LImbadi. Sottratta targa antimafia dalla porta del Comune.



Limbadi. <<Qui la ‘ndrangheta non entra>>. Questo il testo, dal vago sapore dantesco, di una targa che dal 2010, per volere di un’apposita commissione regionale, accoglie i cittadini in tutti i comuni calabresi. Ieri, quella affissa al portone d’ingresso del comune di Limbadi  è stata sottratta da ignoti e ritrovata dopo poco dai vigili urbani, che hanno provveduto a rimetterla al suo posto con l’aiuto del sindaco Giuseppe Morello. <<Non ci sono parole per descrivere questa canagliata –afferma il primo cittadino, che abbiamo raggiunto telefonicamente nel pomeriggio di ieri- compiuta da individui che feriscono una comunità alla quale un po’ i media, un po’ i fatti, attribuiscono un triste marchio.>> Un fatto che altrove sarebbe passato inosservato, infatti, inevitabilmente assume una particolare valenza simbolica nel comune del vibonese, che le cronache giudiziarie indicano quale sede del clan Mancuso. <<Una vigliaccata, un insano gesto –prosegue Morello- che comunque non ostacola in alcun il percorso che abbiamo intrapreso, finalizzato a risollevare questa comunità>>. Che, per inciso, ha molti elementi positivi ai quali ancorare il proprio desiderio di riscatto. Ricca, infatti, di attività produttive sane e con una tradizione consolidata alle spalle, si pone quale punto di riferimento economico dell’intero comprensorio. Tra oleifici, pastifici, distillerie, pollai industriali, gommisti attrezzati, è addirittura difficile enumerare le attività del comune, i cui abitanti, in larghissima maggioranza persone laboriose e perbene, anche in periodo di crisi difficilmente ciondolano per le strade senza far nulla. Purtroppo, inevitabilmente, notizie simili alimentano il mito del luogo infrequentabile di frontiera. E’ interessante, in queste occasioni, notare come la maggioranza dei limbadesi combattano contro strade dissestate, tribunali che danno risposte alla domanda di giustizia civile come penale in tempi biblici. Le attività del luogo più importanti devono lottare anche per una connessione ad internet o per una fornitura di merce da un tir. Chi fa antimafia vera si dovrebbe occupare quotidianamente anche e soprattutto di questo, e non solo di manifesti che svolazzano.
Francesco Tripaldi

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