giovedì 26 novembre 2015

Nicotera. Consiglio comunale del 20 novembre. L'analisi.



Nicotera. Il consiglio di venerdì sera, dedicato al PSC ed alla esternalizzazione della riscossione dei tributi, ha offerto una serie di elementi che vanno attentamente valutati. In prima istanza, con due argomenti all’ordine del giorno di tale rilevanza, il numero dei presenti in aula non si contava sulle dita di una mano. Parenti degli amministratori compresi. Questo, ovviamente, è un segnale dell’attuale livello generale di disaffezione nei confronti della politica, che nel contesto locale assume forme sempre diverse. Non esistono più luoghi di discussione vera, nei quali i temi cruciali possano “decantare”, ma vi è la percezione generalizzata di una sorta di imposizione delle decisioni. Dal canto loro i partiti né possono forse, né probabilmente vogliono, invertire la tendenza aprendosi in maniera decisa al confronto. Tant’è che le discussioni si accendono solo in prossimità delle “conte” congressuali. Del resto in molti casi la maggioranza dei cittadini non saprebbe nemmeno indicare dove sono le sedi dei partiti maggiori. Ciò, in una città votata al confronto come cifra del vivere quotidiano, alla cultura come caratterizzazione dei costumi, assume contorni ancor più drammatici, determina l’involgarimento persino delle relazioni sociali. In questa situazione nessuno può dirsi esente da responsabilità, pur con gradi diversi, e conseguentemente gli avventurismi proliferano. Andando ai nodi politici offerti dal consiglio, la prima considerazione en passant riguarda l’assenza dell’ex assessore Cavallaro, fedelissimo del sindaco, ma che ora sembra, in apparenza almeno, più distante da palazzo Convento. Considerando che l’assessore Mariella Calogero, in quanto esterno, non vota in consiglio, l’assottigliamento della maggioranza comincia a diventare ancor più sensibile a vantaggio della componente destrorsa. Sul tema dei tributi, poi, che il consiglio vuol dare in affidamento ad una società esterna, va sottolineato il duro dissenso di Giuseppe Arfuso. Che pur non essendo un membro dell’opposizione, tuttavia si è ritagliato uno spazio “critico” in seno al consesso civico. Al di là della “numerologia”, c’è da mettere a fuoco l’aspetto, per così dire, qualitativo. Gli assessori Polito e Melidoni, rispettivamente titolari di lavori pubblici il primo e bilancio e tributi il secondo, non hanno relazionato su PSC ed esternalizzazione. Non si è ben compreso, quindi, se quest’afasia sia dipesa dalla mancanza di dimestichezza nell’ “arringare” ad una “folla” comunque piuttosto striminzita, oppure dal non dominare adeguatamente i temi proposti. E’ da escludere che sia da leggere come una presa di distanza, in quanto il loro voto favorevole va in direzione opposta. Nel primo caso l’ostacolo si sarebbe potuto superare con una relazione da leggere ai presenti. Quindi prenderebbe corpo la seconda ipotesi. In ogni caso c’è sempre tempo per smentire e recuperare, atteso che mai come in questo caso “il tempo è denaro”. Perché gli assessori costano. L’opposizione, dal canto suo, stavolta si è data una mossa. Almeno rispetto al passato. Enzo Campisi è stato piuttosto duro sul PSC, lamentando la mancanza di un confronto soddisfacente. Il sindaco ha ribattuto polemicamente sui trascorsi amministrativi di Campisi, ricordandogli che la “sua” amministrazione avrebbe approvato il piano regolatore in appena <<due minuti>>. Il riferimento è alla sindacatura di Princivalle Adilardi. L’altro oppositore, Giuseppe Brosio, sul PSC si è detto nel complesso soddisfatto, pur accennando a possibili interventi migliorativi, non meglio precisati. Comunque, per la cronaca, ha nel contempo esternato la volontà di non partecipare al voto a causi di riferiti <<conflitti di interesse>>. Sui tributi si è, invece, dissociato.
Francesco Tripaldi

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