giovedì 26 novembre 2015

Nicotera. Disagi alle Poste.



Nicotera. 
Ufficio postale. Ieri lo sportello postamat non funzionava, e purtroppo non è la prima volta. Il principale motivo alla base del disservizio è, pare, la vetustà del macchinario. E’ stato, infatti, se non il primo sportello, sicuramente tra i primi ad essere collocato nel vibonese. Ciò a riprova dell’importanza dell’ufficio medmeo, che serve migliaia di utenti. Quale ulteriore testimonianza della mole di lavoro che viene svolta basti sottolineare che il dott. Macrì, Direttore della struttura, è stato recentemente premiato per i numeri raggiunti, con particolare riguardo ai prodotti assicurativi. Questi ultimi, per inciso, assieme agli altri servizi finanziari, vengono proposti all’utenza in un ufficio consulenza posto all’esterno, nella sala d’attesa, in una sorta di piccolo box che, come dimostrano le foto, non garantisce in alcun modo la riservatezza delle trattative private. Quindi, carte alla mano, l’ufficio, anche grazie alla innegabile disponibilità dei dipendenti e alle capacità dimostrate sul campo dal citato Direttore, è riuscito a diventare un punto di riferimento importante per i risparmiatori del territorio e per i cittadini in generale. Ciò detto, il contrasto della qualità e della quantità dei servizi resi con l’inadeguatezza della vecchia struttura diventa ancora più stridente. Ritornando allo sportello Postamat, sembrerebbe che la lentezza nel risolvere i problemi tecnici che ne inibiscono da tempo l’utilizzo dipenda dai costi elevati di un ipotetico intervento. Gli esperti parlano di cifre potenzialmente anche a cinque zeri, perché oltre allo schermo visibile all’esterno è ovviamente necessaria una particolare cassaforte con un cash dispencer, ovvero un dispensatore di banconote, ed un’avanzatissima tecnologia in grado di rendere visibile ogni movimentazione di denaro da Roma. Ciò per ragioni di sicurezza ovviamente. Tutto questo ha un costo elevato e la cara vecchia posta è ormai diventata come il mitologico ircocervo, metà capra e metà cervo, una sorta di ibrido tra un ente pubblico e una società per azioni, che per inciso si è appena quotata in borsa. Ciò fa sì che, presumibilmente, chi di dovere stia valutando, pallottoliere alla mano per così dire, se l’operazione conviene o meno. E ciò spiega il perché, mutatis mutandis, non avremo un metro di ferrovia in più nei prossimi cent’anni, così ragionando. Tornando all’ufficio postale, la necessità di intervenire si appalesa urgentissima anche e soprattutto per gli sportelli, troppo alti e perciò inadatti agli utenti disabili. Stessa cosa dicasi per la sala d’attesa, il cui angusto spazio è reso ancora più striminzito dal menzionato box che fa da ufficio di consulenza, nel quale chi entra e chi esce è praticamente sotto gli occhi, e inevitabilmente le orecchie, di tutti. Quindi, fare in modo, con un adeguato progetto di ristrutturazione, che la sala sia posta all’interno dell’ufficio e non al di fuori di esso sarebbe essenziale. Infine, continuando a vagheggiare di miti, un impiegato in più sarebbe a dire poco necessario. A seguito, infatti, della chiusura dell’ufficio della frazione Badia, le tre unità presenti, già insufficienti di per sé, sono ulteriormente vessate dai cittadini, che a loro volta sono costretti a radicare libretti e conti presso Nicotera, con perdite di tempo enormi. Quando si accavallano, poi, i pagamenti delle pensioni la situazione può essere definita con un solo nome: emergenza.
Francesco Tripaldi

Nessun commento:

Posta un commento