Nicotera.
Domani il
civico consesso deciderà su alcune questioni fondamentali per il futuro dei
cittadini. Tra di esse il PSC, l’ “erede” del famigerato piano regolatore,
nonché l’affidamento, l’ennesimo, del servizio di riscossione dei tributi ad
una società esterna. Al di là del merito delle questioni citate, che peraltro
sono state e saranno esaminate in altre sedi, ciò che suscita curiosità è
l’andamento obiettivamente anomalo, per così dire, del consiglio nel suo
complesso. La prima considerazione è che l’opposizione ha perso per strada un
pezzo e con esso, pare, la sua veemenza. Il riferimento è ad Annamaria Giofrè,
avvocato nonché strenua oppositrice sino alle dimissioni dettate ufficialmente
da ragioni personali. Era stata candidata a sindaco per la lista Nicotera
Futura. Attualmente è riscesa in campo quale esponente di Forza Italia,
espressione del responsabile di Vibo Valentia, il consigliere regionale
Mangialavori, notoriamente in contrapposizione con il collega di partito
Nazzareno Salerno. E presto vedremo perché la cosa ha una sua importanza. Gli
altri due pezzi dell’opposizione, Vincenzo Campisi e Giuseppe Brosio, rispettivamente
il primo della lista Fronte Comune di Enzo Comerci e il secondo del gruppo di
Nicotera Mediterranea, non sembrano esercitare particolare pressione
sull’esecutivo guidato da Francesco Pagano, che per quanto stia ben
amministrando pure qualche errore lo avrà fatto. Ma l’attuale immobilismo è,
probabilmente, frutto di un riposizionamento in campo delle forze politiche, e
delle persone, che tentano di ricostruirsi dopo una fase di indubbia crisi,
tanto sul piano nazionale quanto locale. L’attuale amministrazione, infatti, è
frutto di un incontro di due culture politiche diverse. Da un lato il primo
cittadino, di storia comunista prima e PD poi, e i forzisti nicoteresi
dall’altra, si sono stretti la mano per un patto civico. Ma vediamo la
composizione della maggioranza nel dettaglio. Forza Italia, sotto l’egida
regionale di Nazzareno Salerno, annovera tra le sue fila: Giuseppina Stilo,
Giuseppe Demasi, il vicesindaco Francesco Mollese e l’assessore Federico
Polito. Senza contare Giuseppe Marasco, dimessosi ormai da tempo. C’è, poi, il
consigliere Giusueppe Arfuso, già forzista ora in quota NCD. Una forza largamente
preponderante nella maggioranza, che a sinistra vede posizionarsi solo il
sindaco, seppur da indipendente con una breve “fiammata” renziana, e Michele Melidoni in quota Sel, forse sostenuti
dall’ex assessore Cavallaro. Se a ciò aggiungiamo che il gruppo che fa capo a
Giuseppe Brosio alle ultime regionali, per vicende di cui si è ampiamente
discusso, è stato attratto dall’orbita del tormentato PD locale, una prima
valutazione politica è abbastanza conseguenziale. Il patto con FI non reggerà,
con buona probabilità, alle prossime elezioni, e già ora il Sindaco,
indubbiamente dotato di esperienza e intelligenza politica, fa leva su un
rapporto “addolcito” con l’opposizione per riequilibrare lo strapotere
forzista. Che si è palesato allorquando, a fine anno, Federico Polito ha
rassegnato un suo bilancio dell’azione di governo, parallelamente a quello del
sindaco. Un altro segno di tale strapotere si è visto anche nel veto opposto da
Nazzareno Salerno alla nomina ad assessore di Immacolata Corso, candidata
consigliere nella lista di Brosio. Un niet volto, probabilmente, a spezzare
nuovi equilibri “in nuce”, o ritenuti tali. Intanto FI si trova a fronteggiare fuori
dal consiglio la new entry Giofrè, che pare non essersi, per così dire, ancora perfettamente
amalgamata con Polito e gli altri.
Francesco Tripaldi
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