Nicotera “La notizia della
recente esposizione nel museo Parigino più famoso del mondo della statuetta
bronzea, raffigurante un atleta, rinvenuta nel territorio dove sorgeva la città
magno greca di Medma, non può che fare piacere.” Questo l’incipit di
un’appassionata nota stampa dell’esponente politico nicoterese Enzo Comerci. Oggetto
dell’analisi del nostro è, oltre alla manifestata soddisfazione, il
convincimento che il “valente Prof. Giuseppe Lacquaniti di Rosarno” abbia
sbagliato a collocare il ritrovamento del detto reperto nel territorio del suo comune. Il politico
non si fa convincere, afferma, dalla “smania di dare quasi per scontato che il
ritrovamento del pregevole reperto archeologico sia avvenuto nel territorio
rosarnese”. Invero, e ne da atto Comerci, l’opinione di Lacquaniti è suffragata
sia dalla tesi del famoso archeologo Paolo Orsi, che vuole Medma nel territorio
di Rosarno, sia da quella altrettanto autorevole e ben più recente di Salvatore
Settis, altro rosarnese già rettore della prestigiosa Normale di Pisa. Ma
l’autorevolezza degli attori in gioco, chiosa il nostro, non per forza “vuol
dire che essi siano nel giusto”, rifacendosi alla diversa opinione di decine di
studiosi altrettanto valenti, secondo la sua opinione. E non rinuncia a
delineare una suggestiva ipotesi sulla provenienza del reperto archeologico
conteso, fondata proprio su una tesi di Lacquaniti, che vedrebbe il
trasferimento della statuina al noto museo francese ad opera del celebre
archeologo, numismatico e assiriologo Francese Francois Lenormant. Quest’ultimo,
nell’ottobre 1882, secondo attendibile documentazione sarebbe stato a Nicotera,
a capo della Commissione Archeologica, incrociando l’attenzione di Diego Corso,
facoltoso appassionato di archeologia nicoterese, che assisteva la detta
commissione. Era abitudine di Corso quella di acquistare reperti archeologici
significativi e di farne dono a diverse strutture museali, come quelle di Catanzaro
o di Messina. Ed è convinzione di Comerci che la statuina possa essere stata un
prezioso dono del nicoterese a Lenormant, che l’avrebbe portata a Parigi. Tra i
due litiganti il terzo gode. Il Louvre, s’intende. Chi ha tempo trovi la
morale.
Francesco Tripaldi
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