domenica 17 agosto 2014

Nicotera finalmente sede notarile.



Nicotera. A volte accade che per la stipula di un atto fuori dalla sede ufficiale del notaio, questo si porti presso altri professionisti, quali architetti, avvocati e simili. Questa figura professionale è assolutamente centrale e carismatica in ogni contesto, non solo per la capacità economica che spesso la connota, ma proprio per le funzioni che svolge, ossia quella di dare pubblica fede a tutta una serie di atti giuridici, quali ad esempio trasferimenti immobiliari, a qualsiasi titolo, oppure i testamenti. E lo sapeva bene Monti, ex presidente del consiglio, che per natura e cultura la maggior parte della ricchezza del nostro paese è concentrata proprio negli immobili. Tornando all’abitudine del notaio di uscire piuttosto spesso dal suo ufficio per motivi di lavoro, chiunque svolga la professione forense in quel di Nicotera conosce le ritrosìe degli eredi dei “causidici” medievali a stipulare atti nella città del Guiscardo. Il perché non trova risposta in episodi fobici di cui sarebbero vittime i giuristi in questione, né tantomeno  in timori scaramantici, ma piuttosto nel fatto che la città è sede notarile, ed in qualche modo, assumere l’abitudine a lavorare in una città con un simile, lusinghiero status, potrebbe “attrarli” ad essa, ritenuta evidentemente poco appetibile. O almeno questa è la risposta fornita sovente al pur piccolo rifiuto opposto al professionista medmeo che si trova a richiedere i servigi degli eredi di Bartolo da Sassoferrato. Durante una telefonata al Consiglio dell’Ordine dei Notai di Catanzaro un gentile funzionario ha confermato la circostanza che la città è sede notarile e che la sede è vacante da anni, rimasta tale dall’abbandono per ragioni non meglio precisate di tale notaio Longo. Ovviamente la cosa suscita particolare interesse in ragione dell’attuale, innegabile, situazione di crisi in cui versa la cittadina, sebbene tanti siano stati i tentativi taumaturgici, dichiarati almeno, di risollevarla. E, il fatto di poter far riferimento per una stipula alla città di Nicotera, potrebbe restituirle quella percezione di centralità cittadina rispetto ai contesti vicini, per i quali rappresentava il centro al quale convergere per la maggior parte degli affari e delle questioni rilevanti. Il mercato domenicale, oggetto di visite da centinaia di cittadini di altri paesi, ne è un segno, in decadimento purtroppo. In esso sopravvivono i “vanduliatori”, che con grida e gestualità antiche attraggono i clienti alla mercanzia. Vi si possono scorgere richieste di aiuto a cittadini ritenuti influenti e notabili. Un autentico affresco di una Calabria antica, la cui memoria resiste nei libri dello scrittore Fortunato Seminara, il quale ricorda come fosse obiettivo di tanti nella piana di Gioia Tauro, acquistare una casa a Nicotera Marina. Altro segno di importanza era la Pretura, abolita, alla quale è succeduto l’ufficio del Giudice di Pace, comunque servizio assai importante. Tornando al notariato, da cosa dipenda la scarsa appetibilità della sede è difficile stabilirlo in maniera univoca, ma sicuramente la scarsità, o almeno ritenuta tale, delle transazioni, gioca il suo ruolo. Così come l’involuzione innegabile dei costumi sociali, in una vita pubblica parcellizzata, povera, non solo dal punto di vista economico. E chi altre possibilità è comprensibile che si rivolga altrove. E’ chiaro che segnalare il problema o una mancanza può non essere sufficiente. Ma la conoscenza di una problematica è il primo passo per approntare soluzioni affinchè i cittadini ed i professionisti del luogo non contuinino a versare nell’attuale stato di minorità, oggettiva si intende, rispetto agli omologhi di altri contesti anche vicini, ed  evidentemente più fortunati.
Francesco Tripaldi

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